Svolta nella Lega, via la scritta Nord. Giovanni De Luca: non e’ questione di forma ma di contenuti.

La data sarà quella del 17 settembre in occasione del tradizionale raduno di Pontida. Si manterrà la parola “Lega” e si toglierà “Nord”, il nome potrebbe essere “Lega dei Popoli” o “Lega Nazionale”, nella quale confluirebbe anche “Noi con Salvini” il progetto politico che fa molta fatica a decollare al Sud. Nel simbolo ci sarà il nome del segretario Matteo Salvini ed Alberto da Giussano, seppur più piccolo, dovrebbe sopravvivere alla svolta nel simbolo.

Il giorno della svolta “sovranista” del Carroccio è sempre più vicino,  una forza che abbandonati gli accenti nordisti su cui era stata improntata e grazie ai quali aveva mietuto successi in 25 anni, rischia ora di scindersi da alcune roccaforti legate ad Umberto Bossi.

Prospettive Future tramite il coordinatore Giovanni De Luca chiarisce: “non è una questione di forma, ma di contenuti”.

La prospettiva leghista prende forma da azioni reazionarie che come tutti i Movimenti basati su un disagio politico e sociale – spiega De Luca – portano con sé i sintomi di patologie gravi quali rabbia e isteria. Questi comportamenti vengono facilmente confusi con forme xenofobe e razziste. Sino ad un decennio fa, precise condizioni sociali spingevano il Sud d’Italia ad emigrare verso il Nord, ed allora il “nemico” era il terrone, oggi, il processo di “globalizzazione” spinge il Sud del mondo ad emigrare verso il Nord- ovest e l’occidente industrializzato e autosufficiente, il “nemico” è diventato il Negro.

Per questi movimenti il nemico è sempre “l’altro”, mai i processi liberali dei quali noi stessi, spesso inconsapevolmente, siamo vittime e fiancheggiatori allo stesso tempo.

Quindi la Lega ed i Movimenti Sovranisti di questo particolare momento storico, incapaci di una seria analisi politica, di uno studio approfondito, tirano pugni nel vuoto, come un pugile suonato. Colpiscono gli effetti, ossia l’immigrazione – e non la causa: le politiche liberali e capitaliste. Spesso con le forze che promuovono queste politiche criminali, la Lega è una forza alleata.

Non ne facciamo dunque, un’azione pretestuosa e preconcetta, saremmo anche disponibili a mettere una pietra sul passato, ma la Lega dovrebbe chiarire due punti per noi fondamentali: la posizione sull’Europa e sull’organizzazione dell’architettura costituzionale in Italia. Per noi un punto di confronto potrebbe basarsi sulle tesi di Gianfranco Miglio in riferimento agli stati federali e sulle regioni autonome da un punto di vista fiscale dallo Stato centrale, ma senza mettere in discussione l’Unità nazionale unite ai Lineamenti per uno Stato Organico di Rutilio Sermonti, sul quale il movimento di Salvini dovrebbe esprimersi favorevolmente.

Inoltre, ulteriore punto fondamentale per l’inizio di un percorso di dialogo, dovrebbe riguardare un confronto fra le politiche economiche e sociali da attuare in favore dei popoli e dei territori. La Lega dovrebbe chiarire a quale linea di pensiero si ispira, da confrontare con le nostre tesi “rautiane” che se pur senza un leader che goda di una forte visibilità mediatica, pongono le nostre proposte politiche più avanti e in maniera più incisiva, sugli slogan altrui.

Conclude De Luca, “in assenza di un incontro chiarificatore, noi restiamo fermi sulle nostre posizioni”.

 

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